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rassegna stampa e commenti sulla vita in provincia di varese
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Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 20:22 0 interventi
Valcuvia - Non accenna a chiudersi la ferita tra Forza Italia e A.N. da una parte e Lega dall'altra in seno alla comunità montana della Valcuvia. Polemiche sulla nomina di un assessore di Centro-Sinistra
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Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 18:19 0 interventi
Caianiello:"Io vicepresidente? Solo se lo vuole Forza Italia" :: VareseNotizie ::
Un grazie a Marco Reguzzoni per le considerazioni circa le abilità politiche che gli riconosce. Abilità che per il neo riconfermato presidente di Villa Recalcati sarebbero un pò sminuite nel vederlo ricoprire il ruolo di vicepresidente della Provincia, come ha fatto intendere nella conferenza stampa di martedì mattina, nel corso dell'analisi della sua vittoria plebiscitaria. Ma Nino Caianiello, esponente provinciale di Forza Italia, nonchè presidente di Amsc e responsabile della segreteria di Massimo Buscemi, non si vedrebbe certo in una posizione inadatta al suo "rango".
"E come potrei collaborando a fianco di un presidente come Reguzzoni? - commenta Caianiello -. Io dico soltanto che tutto dipenderà dai progetti interni a Forza Italia e da un eventuale colloquio sull'argomento con Marco Reguzzoni. Se il mio partito individuerà in un'ottica generale di redistribuzione delle risorse la mia collocazione a vicepresidente di Villa Recalcati - con l'obiettivo di andare incontro alle esigenze di Forza Italia e al rafforzamento della coalizione -, si affronterà seriamente l'argomento".
Il passo successivo per arrivare a una qualsiasi decisione sarà - al termine di una discussione interna al partito di Berlusconi - un incontro tra Massimo Buscemi, il senatore Tomassini e Reguzzoni per "confrontarsi circa l'ipotesi migliore".
"Solo allora - dice Caianiello -, se Forza Italia avrà bisogno di me in quel ruolo e dovesse indicarmi come persona adatta a ricoprire un ruolo di collaborazione vicina a Reguzzoni, ci sarà un confronto tra me e il presidente".
"Ma non fasciamoci la testa adesso", chiude Nino Caianiello sull'argomento, passando a fare i complimeti al "mattatore" di queste amministrative:"A Reguzzoni mi unisce una profonda conoscenza pluriennale dovuta a percorsi paralleli. Adesso non è più l'enfant prodige che era un tempo: adesso è una certezza per tutta la Cdl e a dimostrarlo stanno i risultati eccellenti che ha conseguito in questi 5 anni e che hanno portato a questa clamorosa vittoria". Una vittoria dalla quale Forza Italia esce come primo partito della provincia, aumentando di circa 4,5 punti percentuali, portandosi vicino al 30% delle preferenze tra i varesini e aumentando da 10 a 13 i suoi consiglieri provinciali.
"Un premio che gli elettori hanno voluto accordarci per fare si che il progetto di Silvio Berlusconi si rafforzi e trovi la sua piena applicazione - continua Caianiello -. Questa vittoria è una tappa fondamentale a una federazione di partiti per arrivare al partito unico del centrodestra. Ma è anche un segnale politico che invita Prodi ad andarsene a casa e che a Varese venga riconosciuto un ruolo più autonomo rispetto al livello centrale". "E' un pò il federalismo che chiede Reguzzoni - conclude Caianiello -. Serve una forma di autonomia fiscale che consenta agli imprenditori varesini di affrontare al meglio le sfide della globalizzazione e del libero mercato".
martedì 29 maggio 2007
a.m.
redazione@varesenotizie.it
Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 20:15 0 interventi
Elezioni amministrative - Il candidato della Cdl al 67,1% guadagna 23mila voti rispetto al 2002. Aspesi ne perde 53mila. Una disfatta per tutti gli altri
Ci sono tre dati certi per queste elezioni provinciali.
Il primo riguarda Marco Reguzzoni. Il Presidente trionfa e brinda. Prende il 67,1%, un plebiscito e una vittoria personale con oltre 21mila voti presi oltre quelli della coalizione. Guadagna 23mila voti in più del 2002. Con lui vincono Lega e Forza Italia, che avanzano sia in termini percentuali che in voti assoluti. Tra gli altri alleati stabile l'Udc e seria flessione di Alleanza nazionale che perde quasi 5.000 voti assoluti.
Il secondo dato registra un tracollo per il centrosinistra. Il candidato Mario Aspesi perde 53mila voti assoluti rispetto al 2002 quando si presentava candidato alla presidenza Stefano Tosi. L'Ulivo allora aveva avuto un testa a testa con Forza Italia per il primato di lista. Questa volta perde 35mila voti e oltre 8 punti percentuli. Non va meglio Rifondazione che ne perde quasi diecimila. I Comunisti italiani, grazie all'eccellente prova di Brovelli a Somma, prendono mille voti in più del 2002, gli stessi che perdono però i Verdi. Sembra che oltre cinquantamila elettori del centrosinistra hanno preferito restare a casa.
Il terzo dato è la totale disfatta degli altri candidati e dei relativi partiti che li sostenevano. Nessuno degli altri sei entreranno in consiglio provinciale. Solo Paolo Caccia ci si è avvicinato con il 2,5%. Alessandro Milani dell'Italia dei valori è restato all'1,8% e gli altri quattro non hanno raggiunto neppure l'1%.
Un dato interessante riguarda... LEGGI
Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 11:27 1 interventi
«Nessuna irregolarità. Nessun intoppo. Tutte le sezioni elettorali si sono insediate regolarmente» A dare l'annuncio dell'inizio delle operazioni elettorali è la Prefettura che ne ha informato anche il Ministero dell'Interno. Domani mattina, domenica 27 maggio, 705.491 elettori della provincia di Varese, suddivisi in 812 sezioni, sono chiamati ad eleggere il Presidente della Provincia. Otto i candidati che si sfidano:
Mario Aspesi, appoggiato da Ulivo, Rc, Pdci e Verdi; Angela Forno, sostenuta da Socialisti uniti per la Costituente e Partito repubblicano; Max Ferrari, legato al Fronte indipendentista- Fronte Nord; Marco Reguzzoni, appoggiato da lega Nord, Udc, Forza Italia, An, Nuova Dc; Paolo Caccia, sostenuto dal Polo civico di centro, Udeur e Libertas Democrazia Cristiana; Angelo Ottaviani, legato ad Azione sociale con Alessandra Mussolini; Alessandro Milani, dell'Italia dei Valori; Alessio Nicoletti di Movimento Libero.Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 19:04 0 interventi
Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 12:27 0 interventi
...La palla WiMax al momento è al Ministero delle Comunicazioni ai piedi del Ministro Paolo Gentiloni, il quale può fare tutto quel che serve indipendentemente da quanto statuito dall'Autorità TLC. Ma farà quello che serve al paese solo se gli indichiamo con forza qual è il pubblico interesse - se non ti esprimi, non esisti - e vorrà farlo perché anche lui ci tiene ad aggregare il consenso necessario ad essere rieletto. Internet, al contrario della TV, vi permette di dire la vostra, e senza dover spostare le natiche dalla poltrona, perdere giornate di stipendio per andare a manifestare, e nemmeno spendere soldi per il francobollo: non importa se non avete fatto neanche le scuole medie o siete invece dei guru delle TLC, fatelo.Quella che segue, attenzione, non è la mia (possessivo) ricetta; io sono soltanto uno che scrive una possibile miscela di tutto ciò che già esiste nell'ottica della flessibilità; unico vero punto di convergenza universale...
Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 12:04 0 interventi
Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 11:51 0 interventi
Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 11:43 0 interventi
Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 09:56 0 interventi
Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 15:54 0 interventi
Oltre mille impianti in tutta Italia a rischio di incidente rilevante. Oltre mille «bombe ad orologeria» disseminate in tutto il territorio, fatta eccezione per qualche raro caso. Questo il dato contenuto nel rapporto che l'Apat, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente, sta preparando e che è stato anticipato dall'agenzia "Dire".
Si tratta delle cosiddette 'aziende Seveso', quelle cioè che detengono o utilizzano grandi quantità di sostanze pericolose, quindi tossiche, infiammabili, esplosive e per le quali si può verificare un incidente con grave pericolo per l'uomo e per l'ambiente. I tecnici dell'Agenzia, coordinati in questo campo da Alberto Ricchiuti, stanno elaborando una mappa delle aree a rischio. Un quarto degli stabilimenti a rischio (il 25%) si trova in Lombardia, in particolare nelle province di Milano, Bergamo, Brescia e Varese. Ma regioni con elevata presenza di industrie a rischio sono anche Piemonte ed Emilia Romagna (circa il 9%) e Veneto (8%).
LE ALTRE REGIONI - Nella particolare classifica che i tecnici stanno compilando, posti importanti vengono riservati al Lazio sempre con l'8% (soprattutto per le aziende concentrate nelle zone di Roma, Aprilia e Pomezia), alla Campania (in particolare, per la situazione che esiste nell'area ad ovest di Napoli) e alla Sicilia (dove c'è il 6% degli impianti nazionali che sono concentrati nel triangolo della petrolchimica tra Augusta, Priolo e Melilli, in provincia di Siracusa, e nelle zone di Gela e Milazzo). Le regioni che invece hanno un rischio molto basso sono il Molise (che pure ha qualche impianto nella zona di Termoli, sulla costa), la Calabria e la Basilicata (che hanno circa l'1% degli impianti). Al contrario, sul territorio nazionale esistono anche zone off limits agli incidenti rilevanti: sono le aree del Trentino Alto Adige e della Valle d'Aosta (il cui dato supera di qualche millesimo lo zero).
I COMUNI - Se la classifica delle «bombe ecologiche» si dovesse fare invece sulla situazione dei comuni, a primeggiare in questa speciale graduatoria sarebbero Venezia (per gli impianti di Porto Marghera), Ravenna (per il polo petrolchimico che si trova nell'area del porto) e Roma (che ha circa 20 aziende a rischio di incidente rilevante sparse per l'intero, e vastissimo, territorio comunale). Seguono, nella mappa redatta dall'Apat, Genova e Napoli che hanno circa 10 aziende a rischio soprattutto nella zona del porto.Altre aree ad alta concentrazione sono quella del porto di Livorno, quella di Trecate (nel Novarese) e poi le zone di Porto Torres e Sarroch in Sardegna. Una curiosità riguarda il comune di Milano dove le aziende a rischio sono appena sei. Il vero problema, per il capoluogo lombardo, è infatti rappresentato dai comuni dell'hinterland.
CONTROLLI - Il fatto che ci siano oltre 1.000 impianti a rischio non rappresenta però un'anomalia italiana. Le aziende, fanno sapere dall'Apat, mediamente rispettano i parametri, peraltro stringenti, stabiliti dalle normative europee. «Dai controlli ovviamente - spiegano all'Apat- emergono elementi di rischio e certamente si potrebbero fare più controlli».
Fonte http://www.varese.net/
Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 09:36 0 interventi
Intervista di Report al prof. Roberto Fazioli
Pubblicato da Roberto Sonzogni alle 23:22 0 interventi